Film Horror
Nei film horror gli eventi generano un sentimento di paura che lasciano in trepidazione lo spettatore. Le trame di queste produzioni sono caratterizzate dalla presenza di personaggi del Male che diventano spesso protagonisti nella vita di tutti i giorni. Scopriamo le origini e le più famose pellicole del genere.
La nascita del film horror
La nascita del film horror è datata 1896 con l’opera “Le manoir du diable” di Georges Méliès.
Negli anni a seguire la produzione di pellicole del cinema dell’orrore si intensifica. Particolarmente apprezzate ai tempi “Esmeralda” di Alice Guy (1906), “The Hunchback” (1909), “The Love of the Hunchback” (1910), “Nosferatu il vampiro” (1922), “Il gobbo di Notre Dame” (1923), “The Monster” (1925), “Il fantasma dell’opera” (1925).
È necessario comunque arrivare agli anni Trenta quando il cinema statunitense si rende protagonista di una serie di film del genere, con la creazione di alcuni personaggi di grande successo: “Il dottor Jekyll” (1931), “Frankenstein” (1931), “Dracula” (1931), “La mummia” (1932), “La maschera di cera” (1933), “L’uomo lupo” (1941), “Il bacio della pantera” (1942), “Ho camminato con uno zombi” (1943), “L’uomo leopardo” (1943).
I film horror negli anni ‘50 e ‘60
Nel corso degli anni ‘50 il cinema dell’orrore conquista ulteriori fan grazie anche al ricorso a nuove “minacce” provenienti dal mondo fantascientifico, come ad esempio creature extraterrestri che si rendono protagonisti di spietate invasioni aliene.
Il genere si evolve anche dal punto di vista grafico grazie all’introduzione di nuovi effetti speciali in 3D, coinvolgendo in misura sempre maggiore lo spettatore.
Tra le pellicole in evidenza nella metà del secolo scorso “La cosa da un altro mondo” (1951) di Howard Hawks, “L’invasione degli Ultracorpi” di Don Siegel (1956), “La maschera di Frankenstein” (1957) di Terence Fisher.
Quest’ultimo è stato un importante autore di diverse produzioni a tema, tra cui spiccano “Dracula il vampiro” (1958) e “La mummia” (1959). Il regista britannico è considerato uno dei precursori del cinema dell’orrore moderno.
Negli anni ‘60 il cinema horror muta ancora e viene attratto dalle esagerate fobie dell’essere umano, riscuotendo un grande successo con pellicole del calibro di “Psyco” (1960) di Alfred Hitchcock, “Occhi senza volto” (1960) di Georges Franju, “Che fine ha fatto Baby Jane?” (1962) di Robert Aldrich e “L’occhio che uccide” (1960) di Michael Powell.
Gli horror psicologici piacciono sin da subito al pubblico ma sono sempre i mostri e le creature del male a farla da padrona. Particolarmente apprezzati “Suspense” (1961) di Jack Clayton, “Gli uccelli” (1963) di Alfred Hitchcock, “Gli invasati” (1963) di Robert Wise, “Blood Feast” (1963) e “Two Thousand Maniacs!” (1964) entrambi diretti di Herschell G. Lewis, uno dei fondatori del genere “splatter”.
L’anno 1968 è significativo per il debutto di una delle pellicole che maggiormente influenzeranno il genere, “La notte dei morti viventi” (1968) di George A. Romero. Film apprezzato particolarmente dalla critica tanto da venir inserito nel “National Film Registry”.
Un altro film da ricordare del 1968 è sicuramente “Rosemary’s Baby – Nastro rosso a New York” di Roman Polanski.
I film horror negli anni ‘70 e ‘80
Negli anni ‘70 diviene preminente l’occulto e il misterioso, a seguito del grande successo del film “L’esorcista” (1973) di William Friedkin. I demoni e le reincarnazioni sono sempre più presenti nelle trame dell’epoca.
Fra i titoli in evidenza nel periodo troviamo “L’ultima casa a sinistra” (1972) di Wes Craven, “Non aprite quella porta” (1974) di Tobe Hooper, “Il demone sotto la pelle” (1975) di David Cronenberg, “Il presagio” di Richard Donner (1976), “Zombi” di George A. Romero.
Anche in Italia il genere conquista il pubblico grazie soprattutto al film “Profondo Rosso” di Dario Argento.
Sono comunque due le pellicole che sul finire degli anni Settanta introducono nuovi peculiari elementi per il genere: “Halloween – La notte delle streghe” (1978) di John Carpenter e “Alien” (1979) di Ridley Scott.
Gli anni ‘80 si segnalano per diverse proiezioni entrate di diritto nella storia del cinema horror: “Venerdì 13” (1980) di Sean S. Cunningham, “La casa” (1981) di Sam Raimi, “Poltergeist – Demoniache presenze” (1982) di Tobe Hooper, “La cosa” (1982) di John Carpenter, Silent Night, Deadly Night – Natale di sangue (1984) di Charles E. Sellier Jr, “Nightmare – Dal profondo della notte” (1984) di Wes Craven, “Il ritorno dei morti viventi” (1985) di Dan O’Bannon, “The Toxic Avenger” (1985) di Lloyd Kaufman.
Da menzionare il successo riscosso da alcuni dei protagonisti delle trame dei film, fra cui segnaliamo il diabolico Freddy Krueger.
Sul finire degli anni ‘80 tra i film horror più apprezzati nelle sale anche “Hellraiser” (1987) di Clive Barker, “Aliens – Scontro finale” di James Cameron, “La bambola assassina” (1988) di Tom Holland e “Shining” di Stanley Kubrick.
I film horror negli anni ‘90 e 2000
Nel corso degli anni ‘90 hanno inizio una serie di remake di famosi film del passato, fra cui “Nightmare – Nuovo incubo”, “Venerdì 13” e la serie di “Halloween”.
L’horror presenta elementi innovativi sfociando anche nel grottesco: “Splatters – Gli schizzacervelli” (1992) di Peter Jackson e “Scream” (1996) di Wes Craven ne sono alcuni esempi.
Fra i principali titoli di quegli anni ricordiamo “Candyman – Terrore dietro lo specchio” (1992) di Bernard Rose, “Dracula” di Bram Stoker (1992), “Il seme della follia” (1994) di John Carpenter, “Ring” (1998) di Hideo Nakata e “Il sesto senso” (1999) di M. Night Shyamalan.
Negli anni Duemila il cinema dell’orrore prosegue nella sua produzione di sequel fra cui “Freddy vs. Jason” (2003) di Ronny Yu, “L’esorcista – La genesi” (2004) di Renny Harlin, “L’alba dei morti viventi” (2004) di Zack Snyder, “Non aprite quella porta” (2003) di Marcus Nispel.
Un ruolo particolarmente importante viene svolto dal genere zombie, dopo il grande successo riscosso da alcuni videogiochi dell’epoca. Da menzionare al riguardo “Resident Evil” (2002) di Paul W. S. Anderson e “Silent Hill” (2006) di Christophe Gans.
In conclusione indichiamo ulteriori rappresentazioni horror, fra le più apprezzate degli anni Duemila: “Cabin Fever” (2002) di Eli Roth, “Wrong Turn – Il bosco ha fame” (2003) di Rob Schmidt, “La casa dei 1000 corpi” (2003) di Rob Zombie, “The Descent” (2005) di Neil Marshall, “Il collezionista di occhi” (2006) di Gregory Dark, “Paranormal Activity” (2007) diretto da Oren Peli.